Mercoledì 5 Ottobre è arrivato e finalmente sono riuscito a ritagliare parte della mattinata ad una delle mie più grandi passioni: la pesca.
Era qualche anno che ormai non dedicavo del tempo a questa disciplina sportiva e adesso che abito praticamente a 2 minuti di auto dal lago, ho pensato che sarebbe stata una buona idea, anche per restare un po’ all’aria aperta e socializzare.
Bene, stamane mi sono svegliato sempre più o meno intorno alle 06:00, anche se in realtà, tra uno sbadiglio e l’altro mi sono alzato per le 8:30.
Fatta rapidamente colazione, e indossato gli abiti giusti per la pesca, mi sono diretto al lago. La giornata di oggi era veramente bella, un sole autunnale caldo e intenso pervadeva l’aria, la brina mattutina aveva lasciato uno strato di acqua su tutto il prato circondante la superficie del lago e la temperatura era mite.
Sceso dall’auto e impugnata l’attrezzatura mi sono diretto verso uno spot che mi avrebbe dovuto dare soddisfazione. Lo spot di stamane era un piccolo lago parallelo e contiguo a quello principale, accessibile attraversando un canneto.
Arrivato sullo spot, ho avuto subito la sensazione che fosse la mattinata giusta, quella in cui avrei sicuramente catturato qualche predatore importante. Difatti ho montato subito la mia canna Wixon caperlan, innescato il minnow di superficie regalatomi da mio zio, è iniziato a lanciare.
Il genere di pesca che ho iniziato a praticare in questo periodo, si chiama spinning e si tratta di un tipo particolare di pesca che prevede la ricerca dei predatori utilizzando esce artificiali, canne di piccola dimensione, ma soprattutto attraverso un’azione di pesca molto attiva, a differenza dei metodi più conosciuti.
Utilizzando lo spinning, il pescatore deve continuamente lanciare l’esca artificiale nella zona target di pesca, o quantomeno nell’area d’acqua dove si presume sia presente la preda. In questo modo si innesca la reazione del pesce predatore, che dovrebbe, alla vista dell’esca, attaccare e ingoiare l’artificiale.
Molte delle volte è così, ma stamane in realtà non è stata una mattinata produttiva dal punto di vista delle catture, infatti dopo circa un paio d’ore e due artificiali persi, prendo coscienza della probabile mattinata no, così smonto la canna e per le 12:00 ero già sulla via del ritorno.
Per le 13:00, i miei genitori mi aspettavano a casa per pranzo, quindi indossato nuovamente gli abiti giusti, mi dirigo nuovamente da loro.
Il resto della giornata è stata più o meno tranquilla, a parte un’incontro insolito, che descriverò brevemente.
In torno alle 17:00, una ragazza un po’ trasandata, mi inizia a gridare dalla strada di prendere il telefono e di chiamare il 118, incuriosito dalla cosa, mi dirigo verso la finestra e mi accerto che non si tratti di uno scherzo o simili, dopodiché, assodato che fosse una richiesta di soccorso, prendo il telefono e chiamo la pubblica assistenza, segnalando l’accaduto. Dopo circa 30 minuti, arriva l’ambulanza, che si ferma nel cortile di casa ad eseguire le prime misurazioni e i primi controlli di prassi. La signora aveva subito uno scippo qualche giorno prima e trovandosi nella zona da sola, appena uscita dall’ospedale, molto probabilmente ha accusato qualche disturbo. In realtà doveva ritornare in Ospedale e probabilmente ha cercato la soluzione più rapida.
Tutto è bene quel che finisce bene, la signora se n’è andata via senza complicazioni, diretta da dove era venuta.
Erano circa le 18:40 e dopo aver lavorato un po’ al computer, segnalo a mia madre che era il momento di ritornare a casa e così è stato.
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