domenica 16 ottobre 2022

16 Ottobre 2022

 Buongiorno e domenica mattina fu! Stamane mi sono svegliato per le 10:00, non avevo voglia di fare colazione, quindi, mi sono bevuto una red-bull, ho preso la canna da spinning e sono andato al lago la fornace.

Mi aspettava un lago soleggiato e calmo, l’atmosfera era tipica di una bella giornata di autunno. Sceso dall’auto, infilate le scarpe da ginnastica, presa canna e attrezzatura artificiali, mi sono diretto al lago, sulla sponda più visibile al pubblico, quella centrale, la più bella. Montata la rapala da persici, ho iniziato a lanciare e rilanciare al fine di catturare una preda in breve tempo, purtroppo anche stamane e sebbene la fase lunare, di pesci ne ho visti solo alcuni manifestarsi nell’acqua quasi per dirmi che non avevano voglia di avere a che fare con me in quel contesto.

Sebbene l’assenza di catture, ho proseguito a pescare fino verso le 12:00. Tra l’altro ho fatto un incontro un po’ particolare, una biscia d’acqua mi è passata accanto  a 2 cm e si è immersa rapidamente in acqua. Una cosa un po’ atipica visti gli incontri di questo periodo.

Un po’ scocciato dagli imprevisti, che mi hanno costretto al taglio di un pezzetto di stoffa dai pantaloni, chiudo la canna e mi dirigo alla panchina più vicina per rinfrescarmi un attimo dal sudore. Faccio alcuni esercizi di stretching, di respirazione, un po’ di gambe e ritorno thai, dopodiché mi dirigo alla macchina, che fortunatamente avevo parcheggiato all’ombra. Anche lì un paio di esercizi e poi via a casa dei miei.

Arrivato a casa, ho trovato i miei che mi aspettavano in cucina con la pasta panna e pomodoro nel piatto. Entro in cucina, mi siedo e inizio a mangiare. Terminata la pasta e posto il piatto nell’acquaio, mamma porta il secondo: l’arrosto di tacchino con l’insalata. Consumato anche questo, passiamo al formaggio e alla frutta, e il pasto domenicale è presto fatto. Ah dimenticavo caffè dulcis in fondo.

Dopo pranzo passiamo circa un’ora a parlare delle questioni familiari, e del fatto che nel pomeriggio sarei dovuto tornare dallo zio in ospedale per fargli visita.

Più o meno alle 15:15 decido che l’orario e’ quello consono per partire, difatti, dopo aver salutato i miei genitori, mi dirigo dallo zio.

Arrivo al parcheggio dell’ospedale in torno alle 15:40, parcheggio rapidamente e raggiungo lo zio in terapia intensiva. Arrivato in sala d’attesa scorgo alcune persone presenti il giorno prima, ma io non gli do troppa importanza e,  dopo aver chiesto una nuova mascherina, entro.

Entrato nel reparto, ho subito notato alcuni dettagli che ieri non avevo percepito. La stanza in cui erano ricoverati i pazienti sembrava molto più grande, inoltre c’erano delle penisole di confine, per separare zone con privacy maggiore a seconda delle situazioni cliniche. 

Appena ho avuto la conferma da parte dei medici, entro nella stanza in cui mio zio è ricoverato e mi dirigo al letto n.11. Ho trovato mio zio Robero che dormiva, quindi con la massima discrezione e il massimo tatto, ho cercato di sollevare e rasserenare un po’ il mio secondo padre. Sono rimasto lì circa un’ora e un quarto. Tra l’altro è passata a salutare, la moglie di mio cugino Francesco, Sandy, che lavora come operatrice sanitaria in ospedale. 

Dopo le attività di routine almeno per oggi, alle 17:30 o giù di lì, mi sono deciso di salutare lo zio e così è stato. Per le 19:00 sarebbero passate mia madre, mia zia e mio padre a fare visita nuovamente a Roberto per cena, quindi sarebbe stato solo, soltanto un paio d’ore; ore che avrebbe impiegato per riposare un po’ e recuperare le energie.

Uscito dall’ospedale, mi sono diretto alla macchina per tornare verso casa. Pensavo inizialmente di andare a fare un giro in città, in realtà la situazione dello zio mi ha messo un po’ in allerta, per cui ho preferito tornare a Pontedera, parcheggiare nei pressi di Via Palestro e fare due passi in centro.

Rientrato a Pontedera, dopo un breve pit-stop al penny market, per recuperare i fiocchi di latte per la cena, le barrette energetico/proteiche e l’energy drink, sono riuscito fortunatamente a trovare parcheggio a 50 metri da casa, nelle vicinanze di un pub dove qualche volta mi sono fermato a chiacchierare e bere una birra o simil bevanda.

Parcheggiata l’auto, mi sono diretto verso il centro di Pontedera per fare due passi in corso Matteotti. Ho girottolato un po’ a caso fino verso le 19:00. Dal corso centrale, sono passato a salutare il Chimney, un pub in cui sono stato molte volte a bere e a mangiare. Da lì ho fatto una breve visita al centro culturale/musicale, dopodiché sono ritornato sulla la piazza più vicina a Via Palestro, quindi, dopo aver salutato il titolare della gelateria Katerina, (che tra l’altro è anche il mio grafico di fiducia), e giocherellato con una splendida bambina che aveva bisogno di me in quel momento, sono ritornato a casa. 

A casa, nel mio loft, al terzo piano, in Via Palestro, 32.


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