mercoledì 19 ottobre 2022

18 Ottobre 2022

 Come tutte le mattine, ieri, cioè martedì 18 Ottobre, mi sono svegliato più o meno alla solita ora, intorno alle 08:00. Appena sveglio e passato dalla toilette, ho fatto i miei esercizi per il mantenimento del tono muscolare, dopodiché ho preparato la colazione. Per colazione, come di consueto, ho fatto il caffè con la moka utilizzando la versione ad induzione.

Dopo colazione, ho previsto le pulizie di casa, ho rifatto il letto e ho areato e disinfettato il locale. 

Per l’ora di pranzo ero già dai miei, e poiché avevo due impegni nel pomeriggio, ho approfittato per accendere il pc nello studio e scaricare la posta elettronica. 

Lavorando quasi esclusivamente con il cellulare, ogni qualvolta mi decido di scaricare la posta elettronica trovo centinaia di messaggi spam e non da filtrare, archiviare e cestinare. In ogni caso, è un’attività che va sostenuta periodicamente, se non giornalmente.

Dopo pranzo quindi, ho trascorso circa un paio d’ore alla postazione del computer, finché non è arrivato il momento di raggiungere il mio avvocato Francesco allo studio.

Per le 16:00, ero già in auto pronto a raggiungere lo studio Segnini, per l’ora concordata ero d’avanti a lui, nel suo ufficio. Abbiamo parlato della situazione legata sia alla separazione che al divorzio in corso, dopodiché, raggiunte le 17:00 e salutatolo cortesemente, me ne sono andato.

Prima di passare in ospedale da mio zio, mi sono fermato presso un centro commerciale che si trova nella periferia di Pisa, nei pressi del quartiere dove sono nato e cresciuto. È bello ritornare nei posti che hai frequentato fin da piccolo e che hanno fatto parte della tua infanzia e adolescenza. 

Sono rimasto lì per circa una mezz’ora, ho masticato rapidamente una barretta energetica e bevuto un’energy drink per poi dirigermi verso l’ospedale di Cisanello per fare visita a mio zio Roberto.

Arrivato all’ospedale e optato erroneamente per il parcheggio a pagamento dell’ospedale, raggiungo il reparto dov’è attualmente ricoverato mio zio. 

Per entrare in reparto, ho dovuto schiacciare un pulsante di colore nero, volto ad attivare l’apertura di una porta a scorrevole di accesso. 

Raggiunto il numero 11, vedo mio zio con uno strano casco trasparente, nell’immediato resto un’attimo turbato, ma dopo aver capito di che cosa si trattava, molto delicatamente, sveglio mio zio sussurrando il suo nome. Lo zio in quel momento apre gli occhi e mi saluta. Mi è parso un po’ stanco, anche se dai parametri vitali le cose sembravano migliorate. Diceva che gli dava fastidio il casco e il suo rumore all’interno, ma a me pareva abbastanza silenzioso. Molto probabilmente all’interno c’è più rumore rispetto a quello propagato.

In ogni caso, quel casco altro non era che un casco per facilitare la respirazione e migliorare i livelli di ossigeno, in pratica come una piccola camera iperbarica mobile. Come sempre, ho cercato, per quanto possibile, di rendere piacevole l’incontro e di farlo sorridere un po’, anche se talvolta l’intento non aveva successo.

Bene, per le 19, e quindi circa un’ora e mezzo dopo, arrivano i miei con mia zia, che sarebbero stati lì per la cena. A tal proposito saluto lo zio stringendogli la mano, saluto mio padre e mia zia e raggiungo mia madre all’esterno dell’ospedale. Era lì con Pongo il cane di mia zia, un barboncino bianco che ha qualche mese di vita. È un cane affettuoso e intelligente a cui i miei zii sono molto legati. Purtroppo stando sempre con la zia, in queste situazioni talvolta si agita come fanno i bambini quando non vedono più la mamma.

In ogni caso, in torno alle 19:45, decido di tornare a casa, quindi saluto mia madre e raggiungo la mia auto nel parcheggio dell’ospedale.

Per le 21:00 ero già a casa che mi preparavo la cena, nel mio loft in Via Palestro, 32 a Pontedera.

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